lunedì 3 giugno 2013

Il primo incontro con gli Angeli

preso per mano e accompagnato nella vita...

Sono gli Angeli che scelgono i loro eletti, coloro che saranno, col tempo, loro messaggeri tra gli uomini.
In queste pagine iniziali del libro Il tuo angelo parla, si racconta del primo incontro di Andrea con gli Angeli. Ancora non c'era coscienza piena di cosa questi fatti avrebbero significato per l'avvenire, ma Andrea poteva già familiarizzare con quelle presenze che accompagnano ancor oggi la sua vita.

Primo Gennaio 1970.

In un piccolo paese di una piccola provincia nasce un bambino che verrà chiamato Andrea. (...)
Incominciò a camminare molto presto e così a conquistare metro dopo metro l'ordine del suo spazio, fino ad occuparne di sempre più smisurati.

All'età di tre anni si ammalò di broncopolmonite e successivamente di pleurite grassa: i suoi polmoni, cioè, si riempivano di catarro e questo gli provocava la difficoltà di riempire d’ossigeno i polmoni.

Venne ricoverato d'urgenza presso l'ospedale locale e portato ad un stato di coma farmacologico: il sonno profondo...

Ricordo il corridoio, la stanza e la parete in vetro che dava sul corridoio; ricordo uno strano letto, e che chiesi all'infermiera cos'era. Lei mi rispose che era un letto speciale, il letto usato dagli indiani. Ricordo che mi deposero in quel letto e chiusero le tende; ricordo che anche i miei occhi si chiusero.”

Da questo momento inizia la sua vera vita, il suo primo passo verso la luce, e verso chi ancora non conosceva, un cammino breve ma intenso, senza fatiche ma anche senza riposo...

Vidi ad un certo punto una luce intensa, forte a tal punto che a fatica riuscivo a tenere gli occhi aperti  Quando mi abituai a quella luce, vidi venire verso di me due persone, silenziose ma sorridenti, che mi presero per mano, e mi accompagnarono in uno spazio senza fine.

C’erano tante luci grandi e in movimento. Chiesi loro dov'era mia madre, mi fecero voltare e mi dissero:”Guarda, è laggiù che sta riposando.”

Vederla mi emozionò, perché mi mancava molto. Ma lei non poteva sentire: dormiva su una vecchia brandina, e tra le mani teneva i ferri per lavorare la lana.

Mi rigirai nel mio lettino e attorno a me vidi tante persone, una più bella dell'altra, che  mi accarezzavano, sorridevano e ad ogni carezza sentivo un calore speciale. Erano tutti uguali, e sentivo che erano cariche d'amore, quell'amore che ancora oggi porto con me.

D’un tratto si avvicinarono altre due persone, un uomo e una donna, che emanavano una gran luce; si abbassarono e mi dissero, mentre passavano le mani sulla mia testa e sul mio cuore:“E' tempo di ritornare, non puoi stare ancora qui, amore nostro*, ma ricorda che devi portare la luce che hai dentro sempre con te, e devi darla a chi ne avrà bisogno. Il cammino sarà lungo.”

Io non volevo andare via, volevo restare lì, tra calore e coccole, tra amore e luce, ma mi allontanarono e mi sentii come risucchiato e un dolore forte al petto e su tutto il corpo si amplificava in un pianto di malinconia, come se mi avessero strappato via da chi più amavo al mondo.”

Passò un mese da quel risveglio, e quel bambino dimostrava di non aver sofferto affatto la malattia, anzi era più vitale che mai.

Si pensava che quel coma avrebbe danneggiato, anche se in minima parte, il cervello e che i tempi di recupero sarebbero stati lunghi. Invece si dimostrava sempre più forte, nonostante la sua gracilità fisica.

Gli Angeli gli avevano dato forza, amore ed energia; avevano scelto per lui un destino futuro in aiuto agli uomini; qualcuno era stato assegnato per la sua protezione. Tuttavia, allo stesso modo, c’erano ombre oscure che volevano annientarlo, rendendo la sua missione più difficile.

Dall'Alto sapevano già che altre entità si sarebbero opposte a questo disegno divino, e che Sataniele non avrebbe permesso che un essere terreno divenisse il suo primo nemico, perciò avrebbe fatto di tutto per annientare questo disegno.

Nel frattempo Andrea cresceva e con lui c’erano sempre entità pronte a difenderlo e a proteggerlo, altre ad istruirlo, ed altre ancora ad accudire il suo amore, così che crescesse sempre più forte.

Ricordo, che quando andavo a giocare per i campi, allora avevo 5 anni, sentivo sempre voci che mi mettevano in guardia, che mi suggerivano dove c’erano i pericoli, e cosa potevo raccogliere per nutrirmi senza correre rischi. Ricordo ancora che quando andavo a scuola, c’era sempre chi mi aiutava nelle mie difficoltà, ma anche chi cercava di annientarmi.”

Juan Segundo

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