Dio, dicevamo, abita in ognuno di noi, cosicché possiamo ascoltare sempre la sua voce.
Basta avere il coraggio di fare le domande.
Qual'è allora il ruolo degli Angeli in tutto ciò?
Sappiamo che gli Angeli sono della stessa essenza di Dio (quindi anche della nostra).
Ma allora cos'è che distingue Dio, gli Angeli e noi?
Ma allora cos'è che distingue Dio, gli Angeli e noi?
Faccio un esempio che potrebbe sembrar sminuire il discorso spirituale, ma che invece rende bene, secondo me, la realtà.
I diamanti sono la modificazione cristallizzata del carbonio puro, formatisi in milioni di anni.
Anche il quarzo ialino ha la stessa composizione, così come la grafite, l'anima nera della matita per intenderci.
Perché allora il diamante ha quella forma, dimensione e purezza che è diversa da un quarzo e, soprattutto, dalla grafite? Cosa lo rende immensamente più bello a vedersi e, naturalemente, più costoso?
Non sono un chimico e la mia conoscenza della materia è minima, ma posso dire che ciò che conta non è di cosa sono fatti questi tre oggetti, ma di come sono fatti. La differenza è essenzialmente dovuta a come le molecole di carbonio sono legate tra loro e al loro grado di purezza, cioé ad eventuali sostanze che 'sporcano' il componente base.
Io penso che lo stesso filo di pensiero possiamo utilizzarlo nel nostro ragionamento.
Dio è il diamante più puro che esista, un diamante talmente puro da poter assorbire la purezza di ogni cosa nell'universo.
Gli Angeli sono fatti della stessa essenza di Dio, ma non raggiungono mai la sua purezza, non perché non siano puri, ma perché sono anch'essi creature di Dio e quindi inferiori a lui.
Noi siamo come la grafite, anche noi della stessa sostanza di Dio e degli Angeli, ma senza la loro purezza, perché essendo creature incarnate siamo soggetti a tutto ciò che la vita quotidiana ci porta.
In questa scala, noi aneliamo sempre ad andare in alto (non in senso fisico, ma spirituale!) perché sentiamo che c'è qualcosa che ci manca, qualcosa che dovremmo avere ma non abbiamo. Sentiamo il richiamo ad elevare il nostro spirito, a poter vivere di quell'Amore che è il segno distintivo di Dio e quindi degli Angeli. E più la nostra condotta è lontana da quell'Amore, più non riusciamo neanche a mettere il piede sul primo gradino della scala.
Paolo, scrivendo ai Corinzi (1 Cor 13,1), non invita i cristiani a diventare saggi come gli Angeli, ma ad avere la carità, l'agape, l'Amore così come Dio l'intende.
In questo momento non ci interessa vedere cosa l'apostolo vuol intendere quando parla di carità, di agape, ma ci interessa capire che neanche gli Angeli sono il nostro obbiettivo.
Ciò a cui dobbiamo tendere, nell'insieme delle nostre vite, è a ricongiungerci con Dio stesso, il quale è purezza, è energia positiva, è, in altre parole, Amore.
Giovanni scrive nella sua prima lettera al capitolo 4 (versetti 7 e 8): Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. 8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
Ma torniamo al nostro discorso.
Perché Dio avrebbe creato gli Angeli, creature simili a Lui e un gradino superiori a noi?
La Bibbia (e tutte le altre scritture sacre delle altre fedi) ci dice che ciò è stato fatto proprio perché potessero essere degli intermediari. Perché potessero indicarci la strada verso il ritorno a Dio. Perché potessero essere loro stessi una scala.
Allora capiamo che questi Esseri non hanno (solo) il compito di proteggerci, di farci da 'custodi', ma soprattutto di darci insegnamenti, suggerirci strade 'personalizzate' nel percorso accidentato della vita.
Se restiamo (solo) all'immagine dell'angeluccio che mette la sua mano sul bambino nella culla; se li vediamo (solo) come coloro che salvano una persona da un terribile incidente; sbagliamo completamente e ci perdiamo il vero significato della loro presenza.
Se l'Angelo protegge il bimbo nella culla è solo perché un domani possa guidarlo a grandi conquiste.
Se l'Angelo afferra per i capelli qualcuno da un grave incidente, è solo perché vuole che quella persona prenda coscienza di quanto è importante la sua vita e di come deve indirizzarla.
Disegnamo pure i cuoricini quando parliamo degli Angeli, ma riempiamoli di carità, agape, Amore, altrimenti questi saranno solo pieni d'aria e scoppieranno al primo vento contario.
Abbiamo messo un altro tassello nel nostro dialogare.
La prossima volta faremo ancora un passo avanti.
Juan Segundo
Io penso che lo stesso filo di pensiero possiamo utilizzarlo nel nostro ragionamento.
Dio è il diamante più puro che esista, un diamante talmente puro da poter assorbire la purezza di ogni cosa nell'universo.
Gli Angeli sono fatti della stessa essenza di Dio, ma non raggiungono mai la sua purezza, non perché non siano puri, ma perché sono anch'essi creature di Dio e quindi inferiori a lui.
Noi siamo come la grafite, anche noi della stessa sostanza di Dio e degli Angeli, ma senza la loro purezza, perché essendo creature incarnate siamo soggetti a tutto ciò che la vita quotidiana ci porta.
In questa scala, noi aneliamo sempre ad andare in alto (non in senso fisico, ma spirituale!) perché sentiamo che c'è qualcosa che ci manca, qualcosa che dovremmo avere ma non abbiamo. Sentiamo il richiamo ad elevare il nostro spirito, a poter vivere di quell'Amore che è il segno distintivo di Dio e quindi degli Angeli. E più la nostra condotta è lontana da quell'Amore, più non riusciamo neanche a mettere il piede sul primo gradino della scala.
Paolo, scrivendo ai Corinzi (1 Cor 13,1), non invita i cristiani a diventare saggi come gli Angeli, ma ad avere la carità, l'agape, l'Amore così come Dio l'intende.
In questo momento non ci interessa vedere cosa l'apostolo vuol intendere quando parla di carità, di agape, ma ci interessa capire che neanche gli Angeli sono il nostro obbiettivo.
Ciò a cui dobbiamo tendere, nell'insieme delle nostre vite, è a ricongiungerci con Dio stesso, il quale è purezza, è energia positiva, è, in altre parole, Amore.
Giovanni scrive nella sua prima lettera al capitolo 4 (versetti 7 e 8): Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. 8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
Ma torniamo al nostro discorso.
Perché Dio avrebbe creato gli Angeli, creature simili a Lui e un gradino superiori a noi?
La Bibbia (e tutte le altre scritture sacre delle altre fedi) ci dice che ciò è stato fatto proprio perché potessero essere degli intermediari. Perché potessero indicarci la strada verso il ritorno a Dio. Perché potessero essere loro stessi una scala.
Allora capiamo che questi Esseri non hanno (solo) il compito di proteggerci, di farci da 'custodi', ma soprattutto di darci insegnamenti, suggerirci strade 'personalizzate' nel percorso accidentato della vita.
Se restiamo (solo) all'immagine dell'angeluccio che mette la sua mano sul bambino nella culla; se li vediamo (solo) come coloro che salvano una persona da un terribile incidente; sbagliamo completamente e ci perdiamo il vero significato della loro presenza.
Se l'Angelo protegge il bimbo nella culla è solo perché un domani possa guidarlo a grandi conquiste.
Se l'Angelo afferra per i capelli qualcuno da un grave incidente, è solo perché vuole che quella persona prenda coscienza di quanto è importante la sua vita e di come deve indirizzarla.
Disegnamo pure i cuoricini quando parliamo degli Angeli, ma riempiamoli di carità, agape, Amore, altrimenti questi saranno solo pieni d'aria e scoppieranno al primo vento contario.
Abbiamo messo un altro tassello nel nostro dialogare.
La prossima volta faremo ancora un passo avanti.
Juan Segundo